Ogni giorno i TG regionali e nazionali ci mostrano impietosamente servizi su Napoli invasa da cumuli di rifiuti, destando in noi un senso di sconforto e di amarezza nel vedere una delle più belle città del mondo danneggiata e imbruttita dalla presenza lungo le strade, sui marciapiedi e nelle piazze di montagne di sacchetti maleodoranti di immondizia, spesso insensatamente e irresponsabilmente bruciati da gente esasperata. E’ da accogliere, allora, con grande soddisfazione la lieta notizia che Legambiente ha posto nel 2010 la città di Portici al vertice dei comuni ricicloni a livello nazionale, avendo raggiunto, nell’arco di tre
anni dall’introduzione, il 65 per cento di raccolta differenziata. E non si creda che Portici sia un paesino dove tutto risulta più semplice: Essa conta 63 mila abitanti su 4,5 Kmq (13.900 ab./Kmq), una densità di popolazione, quindi, elevatissima. Senza dubbio un lusinghiero risultato, che va ad aggiungersi a quello altrettanto esaltante della riapertura della balneazione della spiaggia delle Mortelle, dopo oltre 50 anni di divieto. Il sindaco Vincenzo Cuomo sottolinea giustamente il fondamentale apporto dell’intera comunità cittadina nel conseguimento dell’obiettivo di una qualità della vita notevolmente migliorata, essendo molto evidente una cura massima del verde pubblico e un’attenzione costante ai servizi sociali: una città, perciò, vivibilissima, nella quale i residenti mostrano uno spiccato ed encomiabile senso civico, trattando i beni della collettività con lo stesso amore che riservano ai beni privati. Ma Portici, nella nostra Regione, non è l’eccezione che conferma la regola: Legambiente ha rilevato, infatti, che in Campania, nel 2010, ben 160 sono stati i comuni ricicloni, avendo superato con la differenziata la percentuale del 50 per cento della immondizia prodotta; tra essi figurano i capoluoghi di provincia Salerno (140 mila abitanti) con il 59 per cento e Benevento. Ciò a dimostrazione che in quanto a partecipazione sociale e ad impegno civico non dobbiamo sentirci secondi a quelli del nord: occorre che tutti (istituzioni, cittadini, associazioni, comunità ecclesiali), come ha rimarcato qualche settimana fa il Cardinale Sepe, siano chiamati a “una responsabilità comune” per restituire decoro e dignità a Napoli e alle città dell’hintertland colpite da un dramma divenuto insopportabile.