La serata inizia con un video che racconta “l’apologo degli onesti” di Italo Calvino, pubblicato da Repubblica il 15 marzo del 1980; una brillante idea della moderatrice del convegno, Luisa Marro. Si siedono al tavolo dei relatori, la Dirigente del Settore “Sicurezza e Mobilità”, Comandante della Polizia Locale di Casoria, la D.ssa Anna Bellobuono, Tommaso Casillo, don Tonino Palmese, l’autore del libro, il Colonnello dei Carabinieri Claudio Mungivera; più tardi, poi arrivano il Sindaco Enzo Carfora e l’organizzatore dell’evento, Raffaele Petrone.
Il primo a parlare è proprio Casillo, cioè colui che pur sedutosi a fianco di Mungivera, fresco di vittoria elettorale, non riesce a convincere i suoi “antagonisti” della sua integrità morale, politica ed amministrativa. Accorato il suo appello agli interpreti politici della Città sulla scelta dei candidati alle varie competizioni elettorali nonché la sua definizione della corruzione e cioè “assenza di etica, disciplina e valori”. Dà la sensazione Casillo di desiderare ardentemente un confronto politico pubblico; un acceso dibattito con tutti, dove poter dimostrare, spiegare, capire e farsi capire. Non ci riesce. Vorrebbe, come su un ring, il contradditorio, l’opposizione verbale, lo scontro. Interpreta il pensiero di Underwood: “per avere il rispetto del proprio leader bisogna sfidarlo”. Non lo fanno! Non lo capiscono! Ubbidiscono a ogni suo pensiero e lui non vorrebbe così.
Il Sindaco, invece, legge quanto dice il vocabolario sulla parola corruzione: “perdita e scadimento dei valori etici” ,“reato connesso alla Pubblica Amministrazione in cambio di denaro e altro. Un reato politico”.
Brillante l’intervento della giovane Comandante del Corpo dei Vigili Urbani di Casoria; la D.ssa Anna Bellobuono con toni gentili e garbati racconta il suo recente arrivo a Casoria; “sto cercando di conoscere l’ambiente; inutile elencare tutte le problematiche di Casoria. Ho letto il libro e avrei voluto rileggerlo. Partire da Tacito, filosofo latino di cui non si conosce l’origine della sua filosofia anche se collocato al I secolo D.C. ,mi fa tornare alle mie origini. Ho una Laurea in Filosofia. Ho colto il senso positivo e ottimistico nonostante Tacito fosse un pessimista. Nel leggere la postfazione di Marco Esposito, scrittore di grande cultura, mi è venuta voglia di rileggere il libro. E’ un libro interessante ma non è tecnico. E’ ricco di speranza e di suggerimenti. Un libro etico che si pone la problematica e impone a chi lo legge di fare una riflessione: la consapevolezza di poter cambiare”.
Arguto, intelligente, ironico don Tonino Palmese: “Peccatore sì, corrotto no” debutta così. E lancia come una pietra nello stagno dei Narcisi; son potenti le parole e dice: “Il corrotto riesce a gestirsi e salva le apparenze”. Una frase che dice tutto! Analizza così tutto e tutti e lo spiega anche: “una sollecitazione alle coscienze delle proprie condizioni”. Due temi ritornano e si chiede e chiede don Tonino, mi guarda, ne avevamo parlato Lui ed io, prima di entrare in sala: “perché nei nostri territori con significativi e continui gesti della identità cristiana insieme a tante Santità esiste la corruzione che toglie la salute e la libertà?”. Lui le risposte le conosce……. E cita Bergoglio e poi Andreoli, un clinico, un moralista e un politico: “il corrotto (e io aggiungo anche il corruttore ndc) è affetto da una vera e propria malattia. Va prima curato e poi punito dal punto di vista amministrativo e legale”.
E’ arriva, finalmente, il turno di Claudio Mungivera, il Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri, attualmente il responsabile della sicurezza presso il Comando Nato di Napoli. Affascina il suo intervento tanto da distrarre il vecchio cronista, attento a prendere appunti. Lo ascolto con estrema attenzione: “La corruzione è un fenomeno che attanaglia la nostra società. Il mio non è un libro bensì un saggio divulgativo. E’ un modo per diffondere. Definito “semplice, fluido e geniale nella sua semplicità”. Sono alla 23^ presentazione e mi fermerò alla 100 nel rispetto di un altro martire, Peppino Impastato. Ho interamente devoluto tutto il mio guadagno della vendita del libro all’Istituto Pascale di Napoli. In due modi si combatte la corruzione: esercitare un’etica militante facendo sistema e, poi, con gli strumenti. Esempio: è stata approvata la legge che allarga il 416 ter, cioè l’evoluzione giuridica del voto di scambio , cioè “non solo più solo danaro ma dietro qualsiasi altra utilità”.
“Mi piace terminare il mio intervento ricordando il teorema di Polibbio e i racconti del grande pittore Apelle; pensando a loro mi convinco che stiamo vivendo in un periodo di oligarchia politica, dove ci sono tutti: dalle banche a gruppi aristocratici. Concludo dicendo: la corruzione aumenta la disuguaglianza sociale. Chi corrompe o è corrotto toglie a chi non ha nulla”.
Poi foto di rito, dediche, scambio di opinioni e di promesse, uno sguardo agli amici disoccupati, quelli ancora fermi a pianterreno nel loro ascensore sociale, parlo con il Colonnello e guardo le facce dei gestori della cosa pubblica. Saluto il Colonnello e mi chiede di incontrarlo, una chiacchierata così tra amici, “immediata”. Dipende da Raffaele Petrone gli faccio: “per me, un onore, figuriamoci, conoscere una persona che ha avuto il privilegio di lavorare e vivere insieme a Paolo Borsellino, la signora Agnese e il giovane Manfredi”. Ad maiora Colonnello e tante testimonianze divulgative come quelle passate un mercoledì pomeriggio nella Biblioteca Comunale di Casoria, intitolata alla carismatica figura di don Maurino Piscopo.
NANDO TROISE