Presentazione del libro di poesie di Carlangelo Mauro: “Il giardino e i passi”

Sabato 16 Marzo 2013, ore 18:00, nella Chiesa della Congrega di S. Paolo Bel Sito sarà presentato il libro di poesie di Carlangelo Mauro, Il giardino e i passi (Archinto-RCS libri, 2012, pref. di Maurizio Cucchi) organizzato dal Comune di San Paolo Bel Sito,dal Comitato Festeggiamenti Maria SS. Addolorata, dall’Istituto Comprensivo di San Paolo Bel Sito, dalla Libreria Guida Nola, dal Circolo Passepartout, dalla Federazione Assocampaniafelix. Coordinerà l’incontro: Angelo Amato De Serpis (pubblicista, Circolo Passepartout). Interverranno: Don Fernando Russo (Parroco di San Paolo Bel Sito) Manolo Cafarelli (Sindaco di San Paolo Bel Sito), Fortuna Dubbioso (poetessa, docente I.T.C. Masullo), Carmine Piscitelli (docente, Circolo Passepartout), Gennaro Esposito (Federazione Assocampaniafelix), alunni V sez. C del Liceo Scientifico “E. Medi” di Cicciano, alunni dell’Istituto Comprensivo di San Paolo Bel Sito.

Il libro recupera la memoria di persone scomparse, care all’autore, e di luoghi deturpati riferendosi anche allo scempio, più generale, della

Campania felix. Il mondo contadino delle nostro zone, ormai distrutto, viene evocato in diversi testi, come è richiamato, sprofondando nella memoria, l’evo antichissimo dell’età del bronzo che ha visto sorgere, a S. Paolo Bel Sito come nei comuni viciniori, i villaggi in cui scorreva, fin dal secondo millenio, la vita dei progenitori poi recisa dall’eruzione del Vesuvio detta delle “pomici di Avellino. Un’efficace sintesi tematica è offerta nella bella prefazione dal poeta e critico Maurizio Cucchi che scrive: Mauro […] ragiona sulla sempre sfumante transitorietà dell’esistere, si aggira, anche mentalmente, in luoghi e paesaggi dove si intravede la minaccia dello «Sterminator Vesevo». Si tratta di una sorta di nebbiosa regione dove i vivi sono di continuo raggiunti dalla presenza o dal richiamo dei morti. Una sorta di società, di comunità, la sua, che fa pensare a quella civiltà dei vivi e dei morti di cui parlava e che teorizzava, tanto opportunamente, Giovanni Raboni […] Lo respiriamo a fondo nella sezione Ritrovamenti, dove Mauro ci parla del rinvenimento di «scheletri dell’età del bronzo sigillati sotto le pomici del Vesuvio ad alcuni metri di profondità», ponendosi egli stesso, in quello stesso macabro, insolito spettacolo, come oggetto di osservazione in una teca, tanto che afferma, in uno dei momenti più intensi di questa raccolta: «sono io sotto gli occhi / dell’ameno visitatore».

 

 

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