Nella biblioteca di Afragola si è tenuto un importante convegno che ha visto la partecipazione di ospiti d’eccezione, quotidianamente impegnati nella lotta contro le mafie.
La Prof. Maria Saccardo, referente di “Libera. Associazioni nomi e numeri contro le mafie” tra Afragola e Casoria, Geppino Fiorenza, referente regionale della stessa e Marco Del Gaudio, magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno argomentato su temi difficili e importanti per il territorio dell’aria Nord partenopea: la legalità e il rispetto delle regole, principi essenziali per combattere la malavita nella quotidiana lotta nella città e nelle periferie, costantemente macchiate dalla presenza della criminalità.
Ha moderato il dibattito il Prof. Vittorio Mazzone, del coordinamento di “Libera” tra Afragola e Casoria.Nel corso dell’incontro si è a lungo discusso della comunicazione e dell’informazione, strumenti essenziali per permettere ai cittadini una ribellione continua e costruttiva, ribadendo l’importanza del confronto, passo essenziale che deve essere accompagnato dalla pratica e dall’attuazione concreta della legalità e del rispetto delle regole.Il quasi totale disuso dei beni confiscati dalla camorra, non concessi dagli enti locali per scopi sociali, è stato un ulteriore spinoso argomento trattato.
Il Prof. Mazzone ha voluto fortemente incentrare il suo intervento sul rispetto delle regole effettuato nelle scuole del circondario. La Prof. Saccardo ha, invece, esposto le difficoltà che si stanno incontrando per ottenere la disponibilità dei beni confiscati alla camorra per la realizzazione di tutti quei progetti di inserimento nel mondo del lavoro dei giovani.Al riguardo, la Prof. Saccardo ha affermato: “Abbiamo chiesto al comune di Afragola la possibilità di realizzare una fattoria didattica nel pescheto confiscato, con annessa struttura, al clan Magliuolo. Oppure realizzare altri progetti sociali nell’altro bene confiscato di Via Arena. Ma ci hanno comunicato che non erano interessati”. L’idea era quella di costruire, appunto, in un ambiente segnato inevitabilmente dalla camorra, una fattoria didattica, esempio costruttivo di rinascita e di legalità.
L’impossibilità di attuare tali progetti va in contrasto con le volontà e le forze nuove di cambiamento.Per il magistrato Del Gaudio “ La camorra non è la zecca, ma è il corpo. Si presenta con facilità dappertutto, con tutti i modi possibili ed immaginabili”.Ed è questo il male più grande, perché bisogna scardinare realtà consolidate dalla camorra, dalla mentalità alla concreta realtà delle strutture.Il Prof. Fiorenza, a conclusione dell’incontro, ha tenuto a sottolineare l’operato attivo e costante dell’associazione “Libera”, che da anni cerca di risollevare, con il proprio impegno, le sorti del territorio Campano.