Quando lo Stato favorisce la concorrenza sleale: dai circoli ai farmer market, il giro d’affari delle attività ‘agevolate’ vale circa 3 miliardi

Quasi 3 miliardi di fatturato, con una perdita di gettito per il fisco di circa 1 miliardo di euro. Sono questi i numeri della distorsione della concorrenza nel commercio e nel turismo favorita dalle norme dello Stato: attività imprenditoriali – come farmer markets, mercatini hobbistici, circoli privati che in realtà sono pubblici esercizi – che non devono seguire le regole seguite dalle altre imprese. E che godono di agevolazioni improprie, sul piano normativo, burocratico e fiscale.“In questo modo si favorisce una forma di concorrenza sleale che sta mettendo in seria difficoltà le altre imprese, soprattutto in un momento di crisi come questo”, spiega Massimo Vivoli, vicepresidente vicario di Confesercenti Nazionale. “Alcune leggi dello Stato distorcono in modo incomprensibile il mercato di commercio e turismo: le attività agevolate devono sopportare meno oneri burocratici e fiscali degli altri, e hanno quindi meno costi di avvio dell’attività e di esercizio. Un danno anche per lo Stato: se queste imprese venissero sottoposte allo stesso regime degli altri, l’Italia guadagnerebbe 992 milioni di euro l’anno di gettito fiscale”.

Tab. 1: fatturato e gettito non riscosso degli ‘agevolati’ di Commercio e Turismo

SETTORI

FATTURATO

GETTITO NON RISCOSSO

Commercio

1,550 miliardi

470 milioni

Turismo

1,410 miliardi

420 milioni

TOTALE

2,960 miliardi

990 milioni

Fonte: Stime Confesercenti

Commercio: dai farmer markets ai mercatini dell’usato

Nel settore del commercio gli ‘agevolati’ generano un giro d’affari di 1,550 miliardi di euro: secondo le stime di Confesercenti, infatti, in Italia ci sono circa 40mila mercatini occasionali dell’antiquariato, dell’usato e dell’hobbistica, notti bianche commerciali, sagre e fiere locali  non autorizzate, che generano un fatturato di circa 1,1 miliardi di euro; a questi si aggiungono i 450 milioni di euro di giro d’affari legato ai circa 1.100 farmer markets presenti nel Paese e dalle aziende agricole che effettuano vendita permanente. Il conto del gettito fiscale perduto a causa degli agevolati, per il commercio, è di circa 470 milioni di euro, per un fatturato di 1,550 miliardi.

Tipologia

FATTURATO

GETTITO NON RISCOSSO

Farmer-market e vendite presso aziende agricole

450 milioni

136 milioni

Sagre, fiere e mercatini occasionali dell’usato, dell’antiquariato e dell’hobbistica

1,1 miliardi

334 milioni

TOTALE

1,550 miliardi

470 milioni

Tab. 2: fatturato e gettito non riscosso degli ‘agevolati’ del Commercio

Fonte: Stime Confesercenti

 

Le agevolazioni nel Commercio:

Mercatini dell’usato: in virtù dell’occasionalità dell’evento, i partecipanti non sono tenuti all’obbligo di apertura della partita Iva e conseguentemente non devono rilasciare lo scontrino o qualsiasi altro tipo di certificazione fiscale.

Farmer Markets: chiamati anche green market, sono dei mercatini in cui gli agricoltori possono vendere direttamente al pubblico. Per i venditori, che dovrebbero essere esclusivamente imprenditori agricoli che commercializzano prodotti provenienti dalla propria azienda, non valgono gli obblighi previsti per il commercio al dettaglio in generale, tra cui il rilascio di scontrino, e sono agevolati dall’applicazione di regimi Iva speciali.

Sagre, feste e vendite di fiori: anche la vendita di prodotti alimentari nelle sagre e le fiere, così come la commercializzazione di piante e fiori durante alcune ricorrenze – ad esempio, durante la festa della mamma – ricadono sotto un regime agevolato. Dal punto di vista fiscale, i proventi generati non concorrono alla formazione di reddito imponibile, né ai fini Iva né per quanto riguarda le imposte sui redditi.

Turismo: dagli agriturismo ai B&B

In questo settore si accavallano problemi di vecchia data, come la somministrazione di alimenti e bevande nei circoli e nelle associazioni private che di fatto sono pubblici esercizi, ma con forti agevolazioni fiscale, e problemi relativamente nuovi, come l’ospitalità in agriturismi e bed and breakfast – attività inizialmente prevista come attività saltuaria e quindi fortemente agevolata, anche quando è continua e quindi non occasionale – e la presenza di guide turistiche non regolari e improvvisate. Il giro di affari generato è di 1,410 miliardi, mentre il gettito ‘bruciato’ dal fisco è di 420 milioni di euro.

Tab. 3: fatturato e gettito non riscosso degli ‘agevolati’ del Turismo

SETTORI

FATTURATO

GETTITO NON RISCOSSO

B&B (solo quelli che eludono regole di occasionalità)

50

18

Agriturismo

350

110

Guide non regolari

30

280

Circoli privati/associazioni culturali

980

12

TOTALE

1,410 miliardi

420 milioni di euro

Fonte: Stime Confesercenti

Le agevolazioni nel Turismo:

Bed and Breakfast non occasionali: inizialmente previsto come integrazione del reddito, e per questo agevolato, il fenomeno dei B&B è particolare: ai fini della legge non sono imprese, e la loro attività si caratterizza – anche quando non lo è – come occasionale. Non sono assoggettati, quindi, all’IVA.

Agriturismo: attività di ricezione esercitate in teoria dagli imprenditori agricoli. Il reddito è considerato reddito agricolo – quindi fortemente agevolato. Il reddito imponibile si calcola secondo un regime forfettario, nella misura del 25% dei ricavi al netto dell’Iva.

Circoli Privati/Associazioni: dicitura dietro la quale, spesso, si nascondono veri e propri pubblici esercizi. Per loro nessun obbligo d’iscrizione alla camera di commercio niente Irap e niente Ires.

Guide Turistiche improvvisate: sono esenti da IVA e, se non hanno un’organizzazione ma agiscono come autonomi, non devono versare nemmeno l’imposta IRAP.

Abusivismo, sommerso e contraffazione: una ‘disattenzione di Stato’ da 20 miliardi

Ai danni creati dalla concorrenza sleale creata dalle leggi dello Stato occorre aggiungere quelli dell’abusivismo: un fenomeno sotto gli occhi di tutti e da tempo osservato dalle forze dell’ordine, ma sul quale lo Stato si mostra ancora ‘disattento’: il risultato è che l’abusivismo commerciale genera un volume d’affari stimato di 13 miliardi di euro l’anno e rappresenta una delle maggiori cause del degrado delle nostre città, con incidenze economiche e sociali molto gravi. Strettamente legato all’abusivismo è il fenomeno della contraffazione, per la quale stimiamo un fatturato di 7 miliardi di euro che si trasferiscono dalle tasche degli italiani ad organizzazioni criminali di stampo mafioso. In prossimità degli 11mila mercati italiani si stima che agiscano tra i 30.000 e i 40.00 abusivi. Il 70% dei consumatori acquista consapevolmente merce contraffatta giustificando la scelta del prezzo, ovvero accontentandosi di un similvero, assolutamente incurante dei danni economici, ma anche di dove finiscono questi soldi e soprattutto dell’uso che se ne farà in seguito.

Tab. 4: volume d’affari annuo di contraffazione e abusivismo

Giro d’affari

Contraffazione

7 miliardi

Abusivismo e sommerso

13 miliardi

TOTALE

20 miliardi

Fonte: Stime Confesercenti

Share This Post