Quello che si nasconde sul toponimo di Casoria potrebbe essere un “FALSO STORICO”

Secondo quanto noto, il termine “Casoria” fu riportato per la prima volta in alcuni documenti risalenti al 952-988. Il toponimo deriva dal latino “casa aurea” che vuol dire casa d’oro.  Una casa d’oro compare infatti anche nei più antichi stemmi del comune, della prima metà del Settecento, che si trovano custoditi nella chiesa di San Mauro.

A testimoniare che il territorio fosse già abitato nel III secolo prima di Cristo, sono i ritrovamenti archeologici. Un territorio prevalentemente agricolo, sul quale sorsero numerosi villaggi. Villaggi che periodicamente scomparivano, a causa della grave crisi dell’agricoltura di quel periodo. La ripresa arrivò solo dopo il XVI secolo, con l’azione dei monaci benedettini. Secondo la tradizione popolare Casoria sarebbe addirittura il “territorium gentianum” donato nel 529 dal padre di San Mauro al maestro Benedetto. Quest’ultima potrebbe essere però soltanto una leggenda e qualche dubbio sorge anche su tutto il resto della storia, che potrebbe contenere inesattezze e tradimenti.

Quello che probabilmente a molti sfugge e che sarebbe rimasto segreto per tutti questi anni è il vero significato del toponimo. Si tratterebbe dunque di un vero e proprio falso storico. Secondo un’altra versione dei fatti Casoria deriverebbe da “casuri”, i capanni degli antenati che abitavano gli acquitrini velenosi suoi fiumi: il Sebeto e i suoi affluenti, il Lufrano e la sua Bolla. Poi c’era il Lavanaro, situato nelle lande desolate di Contrada Casamerola. Dalle padule di questo fiume prende il nome via Padula. A portare la ricchezza furono i monaci benedettini ed anche…il falso storico.

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