Lo scrittore ha parlato della situazione scolastica odierna nel suo ultimo libro “Aboliamo la scuola”
La scuola pubblica epicentro di cronaca attuale. Privatizzala o addirittura estinguerla; tagli che lasciano poco spazio alla fantasia: 130mila insegnanti e 44mila tecnici Ata tagliati e tempo pieno falciato del 25%. La partita è accesa Scuola Pubblica Vs Scuola Privata. All’appello ha risposto presente anche Berlusconi; il Presidente del Consiglio prima spara senza guardare sulla scuola pubblica – «Libertà vuol dire anche avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola pubblica, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che contrastano con quelli dei genitori» – poi indossando i panni dell’eterno frainteso con abile mossa trasforma il colpo a salve. Non basta però per far passare la paura della Sinistra che trema al cospetto dello spauracchio di uno “Stato Totalitario” nel quale le scuole diventano laboratori dove crescere in cattività le nuove generazioni, fedeli e obbedienti al dittatore (pardon Presidente) di turno. Soldato della scuola pubblica Marcello D’Orta; in nostra compagnia il maestro di “Io speriamo che me la cavo” ricorda che il grido di riforma lo sente da parecchio, quando ancora sedeva di fronte alla cattedra; poi armato di teoria lo scrittore sostiene che non dovrebbero esistere scuole private, ma solo statali, le quali dovrebbero garantire al cittadino tutti quei servizi che assicurano le scuole private: «Caro amico, che la scuola debba essere “riformata” è un ritornello che sento dal 1959, quando misi piede per la prima volta in una scuola elementare (come alunno). A cantare tale ritornello era una suora, che -tanto per stare in tema canoro- me le suonava senza una ragione. Di questa suora e della situazione scolastica odierna ho parlato nel mio ultimo libro, intitolato “Aboliamo la scuola” (Giunti). Tu vuoi conoscere il mio pensiero su scuole pubbliche e scuole private. Io ti dico che in teoria non dovrebbero esistere scuole private, ma solo statali, le quali dovrebbero garantire al cittadino tutti quei servizi che garantiscono le scuole private. Ma siccome questa è solo teoria (in nessun paese del mondo scuole pubbliche e scuole private sono allo stesso livello), giusto poter scegliere, ma a condizione che lo Stato faccia di tutto per rendere le scuole pubbliche efficienti. Il che, purtroppo, non avviene».