ROLAND’S GOT TALENT: “IL FILM DELLA SERATA”!

Si è concluso brillantemente martedì 10 luglio 2012, al teatro Magic Vision di Casalnuovo, il saggio-spettacolo di fine anno dell’ accademia “Roland Music School”, diretta dal maestro di canto e pianoforte Ezio Margotti e dai maestri di recitazione Pietro Pignatelli e Pino L’ Abbate. Tante sono state le sorprese, e tante le persone corse ad assistere ad un sorprendente spettacolo mozzafiato. I ragazzi si sono esibiti con grande entusiasmo e carichi di adrenalina, mettendo in scena il proprio talento e soprattutto gli ottimi insegnamenti di un buon maestro. In 18 sono stati gli allievi ad esibirsi, cantando e suonando i pezzi dei loro beniamini preferiti. Per il canto: Arianna Massimino Russo, Teresa Carboncino, Rita Genni, Luca Schioppa, Fabio Paone, Alessandra Gensante, Danilo Barletta, Roberta Liberti, Cristina Simonelli, Yari Margotti, Serena Leotta, Maria Serena Busco, Miriam Fiorillo. Che dire di questi giovani aspiranti cantanti, senza alcun dubbio tutti con un talento spiccato, dai più piccini ai più grandi, che hanno mostrato di avere una grande padronanza del palcoscenico e di saper intrattenere una platea come solo un vero artista sa fare. Per le esibizioni strumentali abbiamo potuto assistere alle performance di: Fara Brillante con

una favolosa interpretazione alla batteria; Giulia Casucci protagonista e padrona a soli 13 anni della chitarra elettrica; così come lo stesso Vincenzo Scialò che ha mostrato di avere la stoffa del grande artista; ad esibirsi al pianoforte con altrettanto entusiasmo e bravura sono stati Pierpaolo Esposito con una frizzante esecuzione di rumba, Raffaele Vallifuoco in una coinvolgente atmosfera jazz e infine Rita Genni con la sua magistrale esibizione suonata e cantata della cover di Adele “Turning tables”. Ogni allievo ha eseguito due pezzi; il pezzo centrale, e quello di “riserva”, che sono serviti alla giuria per formulare un giudizio più completo e preciso. Hanno incantato il pubblico con le loro grandi capacità e doti artistiche; artisti che hanno inoltre saputo dimostrare ad una giuria senza peli sulla lingua, di poter riuscire a superare con grande coraggio prove difficili. Sì, perché oltre ai suddetti artisti, in un talent che si rispetti, a fare da co-protagonista è ovviamente una giuria incaricata di dare una propria opinione su ogni ragazzo al termine dell’ esibizione. Un giudizio che non è stato sempre piacevole. Giuria che è stata presieduta da Gianmarco Cesario, noto esperto e critico musicale, il quale a fine serata ha  espresso il proprio parere, dicendo di essere rimasto molto soddisfatto dell’ intero spettacolo. E’ stato bello, dichiara, vedere come i ragazzi si siano impegnati a fondo per metter su un talent simile; non basandosi sulla priorità del mettersi in mostra, ma soprattutto  nel dimostrare il lavoro e le fatiche di un anno di studi, sprigionando sul palco tutta la loro grinta e tutti gli insegnamenti acquisiti. Egli inoltre ha evidenziato tra i giovani allievi 4 o 5 talenti veri, destinati ad avere dinanzi a sé un futuro come vero artista. Consiglia ai ragazzi di continuare a coltivare il proprio sogno, ovviamente in primis con lo studio e soprattutto tanta determinazione e tenacia, ispirandosi meno ad artisti affermati e mostri sacri, ma cercando di costruirsi una propria identità musicale. Conclude, facendo una riflessione sull’ importanza di realizzarsi come uomo o donna che sia, cioè cercando di trovare la propria strada nella sua vita e un lavoro sicuro, vista la situazione in cui versa il mondo intero; ma allo stesso tempo, consiglia a questi ragazzi di non smettere mai di sognare e credere fino in fondo di poter realizzare sul serio il proprio sogno, perché i sogni ci danno sempre la speranza e la forza di andare avanti.  E’ proprio per questo che i maestri hanno avuto l’ idea di creare questa forma di Talent Show, ispirato a Italia’s Got Talent, per far conoscere ai propri allievi il vero mondo della musica; dove l’ emozione può tradire e pregiudicare un’ esibizione, dove la soggettività del gusto spesso ha la meglio sull’ oggettività della bravura artistica; insomma un mondo a volte spietato dove non sempre basta un grande talento, ma anche e soprattutto la fortuna e la capacità di accattivare il gusto di critica e pubblico. Detto questo, ovviamente l’ ultima parola sui propri ragazzi spetta all’ insegnante che giustamente giudica i suoi allievi per il percorso e i progressi fatti durante l’anno a dispetto della singola esibizione canora. Chi meglio di un maestro può aiutare a crescere, spronare e avvicinare sempre più il proprio allievo a realizzare il sogno di diventare un giorno cantante professionista? Infatti il maestro Margotti ci confessa, di essere rimasto altrettanto soddisfatto dell’ esibizione di ogni singolo allievo e di essere orgoglioso nell’ aver visto tutti i suoi insegnamenti messi in pratica dai propri ragazzi. E proprio in base a questo di non essere sempre stato d’ accordo con il parere espresso dalla giuria. In linea, poi, con le parole di Cesario, consiglia agli allievi di studiare a fondo perché la strada da percorrere è ancora tanta per conseguire il sogno di diventare cantante a tutti gli effetti e di perseverare nel cercare di arrivare alla meta. Per il nuovo anno, continua, ha già in cantiere l’ idea di metter su uno spettacolo natalizio, da tempo il suo sogno irrealizzato che pare incontri, ogni anno sempre qualche ostacolo. E non finisce qui…la “Roland Music School”, ha proposto, in un esilarante sketch teatrale del mitico Eduardo De Filippo, dal titolo “Pericolosamente”, curato e preparato insieme agli allievi dal maestro Pino L’Abbate, un trio di ragazzi davvero “esaltanti” e spigliati nell’esecuzione di questo pezzo, ovvero: Fabio Paone nel ruolo di Arturo, Alessandra Gensante nel ruolo di Dorotea e Luca Schioppa nel ruolo di Michele; che hanno deliziato l’intero teatro con la loro divertentissima esibizione mostrando un mix di talento, presenza scenica e sicurezza da veri veterani! Un’esibizione che non può non lasciare soddisfatto e orgoglioso il loro insegnante di recitazione, come detto poche righe in su, Pino L’Abbate, il quale ci ha cortesemente rilasciato delle dichiarazioni post-spettacolo:

 

Questo che si è concluso è stato il primo anno di collaborazione con la Roland di Ezio per quanto concerne la recitazione. Cosa ci può dire sui ragazzi che lei ha seguito fino all’esibizione di martedì sera nel saggio di fine anno, è rimasto soddisfatto del lavoro e dell’impegno profuso da essi?

 

Sono molto soddisfatto del lavoro fatto con gli allievi, al di là della rappresentazione finale, che è stata un momento di grande impatto emotivo, sono contento del lavoro che abbiamo fatto in questi mesi. Gli allievi sono cresciuti molto dimostrando una grande voglia di lavorare.

Sarà anche l’anno prossimo al timone del laboratorio di recitazione della Roland e se si, cosa ha in mente di mettere in scena per la prossima stagione?

Sì, l’anno prossimo sarò ancora alla Roland, si pensava, con Ezio, di fare un vero e proprio spettacolo, che chiaramente avrà una vocazione musicale, penso a un testo di Viviani, volendo attingere alla nostra tradizione, o a qualcosa dal respiro internazionale, ma non sarà un musical.

I suoi prossimi impegni nell’ambito teatrale quali saranno?

 

I miei impegni per l’anno prossimo sono in via di definizione, quasi certamente sarò impegnato come aiuto regia di Armando Pugliese in “De Pretore Vincenzo” del grande Eduardo, che debutterà al teatro San Ferdinando a Natale. In scena ci saranno Enzo Gragnaniello, Pietra Montecorvino, Enzo Moscato ed Ernesto Lama che sarà De Pretore. Poi dovrei fare una regia mia; e continuerà la mia collaborazione col Teatro Civico di Norcia, dove sono Direttore Artistico e altre cose che si stanno prospettando, fortunatamente un anno pieno di impegni.

 

A far da padrino alla serata è stato il maestro Pignatelli che ha curato la regia e presentato l’ intero spettacolo. Di seguito, vi riportiamo alcuni spunti della nostra intervista:

Maestro anche quest’ anno come l’ anno scorso ha dato il massimo, sorprendendo ed incantando il pubblico. Ci sveli il Suo segreto, da dove nascono le idee che inscena per ogni spettacolo?

Innanzitutto sempre allievo e no maestro come diceva il mio mentore Renato Carpentieri. Questa è una strada da percorrere sempre con grande umiltà che ti porta a dire: “ho sempre qualcosa da imparare”. Questo è quello che dico sempre ai ragazzi, fino all’ ultimo momento dietro le quinte. Chi ha la presunzione di essere già arrivato oppure di dire, a chi lo sta giudicando: “tu, non sei in grado di giudicarmi”, non potrà mai fare questa professione. Le idee nascono dallo spirito creativo e dal fuoco che hai nascosto dentro, che bisogna sempre spronare affinché  riesca ad uscire fuori e trasformarsi in progetti o eventi come quello di stasera. Io personalmente odio i saggi, perché in 3 o 4 minuti non si può portare in scena ciò che si è appreso in un anno, perché l’ emozione, soprattutto nei giovani, gioca brutti scherzi. Ha un ruolo da attaccante e fa “goal” nel momento in cui scatta l’ applauso. Quindi mi è sempre piaciuto strutturare questi saggi come dei veri spettacoli, ogni volta dovevano mostrare qualcosa di nuovo. Quest’ anno sono stato poco presente a scuola, ed ho notato che i ragazzi necessitavano di un briciolo di “pepe ar culo” (…ride), per dirla alla romana, che era rappresentato secondo me da una sana competizione che mettesse tutti i ragazzi di fronte ad una giuria esterna, a loro sconosciuta e potesse giudicarla in maniera finta, perché molti giudizi erano provocatori nei confronti degli allievi. Alcuni di questi anche pilotati per spronare il ragazzo, ad esempio al più timido è stato detto di mostrare più grinta, più sicurezza, al più arrogante di essere più umile e così via; tutto questo è stato recepito in maniera differente, forse non molto apprezzato tra i più piccoli, perché ho visto scorrere qualche lacrima. Ma a mio parere anche le lacrime servono a fortificarti.

Il Suo è un curriculum invidiabile, una carriera di tutto rispetto. Ha faticato tanto per raggiungere questi traguardi?

Si. Ma c’è ancora molto da fare, ancora molto da sudare. Nel mondo dello spettacolo un quarantenne come me è considerato ancora un giovane attore. Per diventare un vero attore devo aspettare ancora 20 anni. Quindi, pensa quanto sia difficile questa carriera, soprattutto in un periodo storico dove il teatro e più in generale l’ arte è messa in sordina; considerato un vizio di pochi. A dispetto di questo, però, posso dire di essere una delle eccezioni alle regole, considerato il fatto di non aver avuto una famiglia alle spalle che ti sostenesse economicamente. Anche se la vetta è lontana il mio obiettivo principale è quello di raggiungerla ad ogni costo.

Ha in cantiere altri progetti o incarichi lavorativi?

Si un bel po’. Proprio luglio sarà stracolmo di impegni. Sono reduce da concerti svolti in Sicilia, finalmente  concerti miei con arrangiamenti di pezzi classici napoletani del pianista e maestro Bruno Troisi, con il quale ho condiviso questi momenti nei principali anfiteatri del siciliano. I prossimi progetti mi vedono ancora una volta nei panni di Capitan Uncino nel musical “Peter pan”, e come protagonista, nei panni di una donna, del meraviglioso musical “A qualcuno piace caldo”.

Il prossimo anno la rivedremo nuovamente alla Roland Music School?

Spero di esserci; di essere più presente rispetto allo scorso anno e sempre con tante nuove idee.

Un consiglio che vuole dare ai giovani che vogliono intraprendere la sua stessa professione?

Il mio consiglio è innanzitutto quello di studiare tantissimo, di essere umili e capire che dinnanzi vi è sempre un pubblico sovrano, che non tiene conto di tutto il lavoro che c’è dietro ad un’ esibizione, ma applaude in base al gusto. Bisogna faticare tanto per arrivare ad ottenere un applauso, e lavorare molto in sala prove per poter in seguito riuscire ad ottenere grande successo.

Insomma al di là di tutto, possiamo veramente affermare, sì il successo dei maestri: Ezio, Pino, Pietro, ma soprattutto come l’epilogo della “gara” ci suggerisce, che i veri vincitori della serata sono stati e saranno sempre gli allievi della “Roland Music School”. Perché va bene l’impegno e la fatica nell’organizzazione di un tale evento, va bene che se questo spettacolo è stato reso possibile è soprattutto grazie a loro, agli operatori tecnici, e a chiunque abbia messo una pietra affinchè questo spettacolo fosse costruito, ma è anche vero che chi va sul palco e ci mette la faccia, la grinta, l’emozione e il cuore sono loro, gli “artisti”. Un doveroso ringraziamento per la partecipazione e il sostegno va naturalmente al pubblico accorso numeroso nella serata di martedì.

Con questo non ci resta che augurare alla “Roland Music School” del M° Ezio Margotti un in bocca al lupo per il prossimo anno, aspettando con ansia di poter assistere a tanti altri spettacoli di egual bellezza, nella speranza che chissà, alcuni di questi ragazzi potremo ammirarli come stimati cantanti professionisti. Incrociamo le dita e…Arrivederci al 2013!

Valentina Iacono

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