“Probabilmente la dirigenza della Asl fa finta di non capire – rincara Russo –, la domanda di salute che proviene da queste famiglie e dai loro giovani figli non può essere soddisfatta con prestazioni generiche e saltuarie, merita cicli di psicoterapia individuale e familiare. Il discorso del risparmio può andar bene fino ad un certo punto quando si parla di sanità. E qui parliamo di minori affetti da disabilità del comportamento e della comunicazione che proprio per questo motivo fruiscono da anni di servizi individuali di assistenza riabilitativa erogati dalla Asl attraverso centri convenzionati. Il fatto che tali prestazioni si siano svolte per anni sempre presso lo stesso Centro e sempre con medesimi sanitari, con un rapporto 1 a 1 tra medico terapista e minore, non è un caso, fa parte della terapia. La stessa Regione Campania lo ha inteso e raccomanda nelle sue circolari ai Direttori generali delle Asl di garantire percorsi psicoterapeutici adeguati per il minore e per la sua famiglia, anche ricorrendo al contesto riabilitativo e pur se tali interventi non fossero del tutto coerenti con i programmi riabilitativi”.
“Ciò testimonia una volta in più quanto grave possa rivelarsi per questi giovani pazienti la violazione dei piani terapeutici personalizzati e la somministrazione di terapie non individuali e senza il supporto familiare. Come nel caso del Centro per l’Autismo di Pozzuoli, invitiamo sin da ora la Asl a rivedere la propria decisione e a mettere al centro della sua azione amministrativa, presente e futura, la domanda di salute dei territori, specie di quelli disastrati come l’area a Nord di Napoli, già attraversata da mille emergenze e fenomeni perniciosi. Su questo argomento saremo vigili e, se necessario, attiveremo tutti gli strumenti ispettivi per fornire alle 17 famiglie in subbuglio da settembre scorso le risposte di cui hanno diritto”, conclude Russo.