La vittoria contro il Genoa riporta gli azzurri con il fiato sul collo della Juventus, attenzione all’abitudine a vincere nel rush finale
I “soloni” del tutto finito, i teorici del pessimismo dilagante in una città tanto abituata a soffrire e poco a godere hanno avuto una lezione da Ferrara, dall’aggressività e dall’applicazione della Spal che ha fermato la Juventus e consentito al Napoli, battendo il Genoa, di mettere il fiato sul collo ai bianconeri. La vittoria contro i rossoblù trasmette speranze ma anche tanti spunti di riflessione per vivere al meglio le altre nove battaglie che attendono gli azzurri. Il Napoli s’avvicina alla Juventus anche riguardo alle vittorie per 1-0: Albiol e compagni ne hanno portate a casa sei in campionato, la Juventus sette, di cui sei negli ultimi quattro mesi. Il paragone tra Napoli e Juventus, però, non regge, la differenza stilistica è abissale e non trova conferme neanche quando gli azzurri sono meno brillanti del solito. La Juventus sa gestire le forze, programma il dispendio d’energie e nelle sue vittorie di misura corre poco, il Napoli è la quinta squadra per chilometri percorsi a partita, la formazione di Allegri è sedicesima in questa classifica. Mertens e compagni contro il Genoa, pur afflitti dalla pressione della vittoria a tutti i costi e dal complessivo calo di brillantezza e lucidità visto sin dalla gara contro la Roma, hanno creato otto palle-gol puntando sulle proprie certezze nella qualità di gioco. La pressione psicologica spinge gli azzurri al dato di sessantasei palle perse ma l’abitudine a sviluppare certi concetti di gioco è così interiorizzata che la qualità della proposta offensiva rimane di alto livello nonostante le difficoltà. Bisogna migliorare sulla fase di finalizzazione, l’unico confronto negativo rispetto alla scorsa stagione è che il Napoli ha segnato cinque gol in meno nel confronto con la situazione di un anno fa.
La formazione di Sarri ha tirato più di tutte le altre in serie A, ben 427 di cui 244 nello specchio, ma ha il terzo attacco della serie A, anche la Lazio è stata più prolifica. Il Napoli trasforma in gol solo il 15,7% delle sue conclusioni, riguardo all’indice realizzativo è la quinta squadra in serie A, la Juventus è la più cinica, seguono Lazio, Bologna e Sampdoria.
Sarri sta raggiungendo l’obiettivo che si è prefissato a Dimaro di migliorare la tenuta difensiva del Napoli, la solidità è diventata il punto di forza. Il Napoli ha tenuto la porta inviolata nella maggioranza delle gare disputate in campionato, sedici su ventinove, ha subito tredici reti in meno rispetto ad un anno fa. Nelle prossime nove partite il Napoli dovrà misurarsi su un terreno dove ha un grosso handicap, nella guerra di nervi contano molto l’esperienza e l’abitudine a vincere, i punti di forza della Juventus. Contro il Genoa il Napoli ha sentito la pressione di sfruttare l’occasione, ha inciso anche il ricordo del pareggio contro il Milan di due anni fa, quando Insigne e compagni non approfittarono del passo falso della Juventus a Bologna. La testa deve riempirsi d’entusiasmo, della consapevolezza del grande lavoro
svolto, della capacità di far testa alla Juventus più forte e più ricca, acquisendo così stimoli positivi e non l’ansia della vittoria. Toccherà a Sarri portare la squadra ad essere pronta per la guerra di nervi che l’attende, nella gestione dell’aspetto psicologico due anni fa furono commessi molto errori, la punta dell’iceberg fu la gara di Udine con la squalifica dell’indemoniato Higuain. Il Napoli non ha nulla della Juventus, potrebbe studiare la gestione delle situazioni, anche quelle più complicate, basta vedere come sono venuti fuori i bianconeri dalla gara di Wembley.
Ciro Troise