Se l’arte sfida la politica, a suon di slogan e simboli elettorali. La nuova provocazione del CAM di Casoria

Il CAM è un po’ come un gioiello di famiglia nascosto in fondo a un cassetto. Pochi casoriani lo conoscono; al contrario, il suo nome e le sue iniziative sono conosciuti in Italia e all’estero. Quella del Contemporary Art Museum è la storia di un complesso museale di provincia che cerca costantemente un riscatto dai limiti territoriali e da quelli entro cui il mondo moderno ha relegato l’arte e la cultura. L’estro ribelle del direttore Antonio Manfredi propone di continuo nuovi progetti, spesso di respiro internazionale, che sono lontani anni luce dai canoni delle tradizionali “mostre”. Si tratta piuttosto di ‘azioni’ artistiche, che

superano il perimetro del museo, per raggiungere, con forza provocatoria ed ironia, la sensibilità del grande pubblico. Nelle proposte e nelle performance del CAM, l’arte non più è una bella addormentata nel bosco, chiusa nel suo mondo e lontano dalla vita della città, ma al contrario è protagonista che agisce e reagisce con forza ai soprusi. Un anno fa il museo ha inaugurato la discussa CAM Art War, un’azione rivoluzionaria, con cui alcuni artisti hanno volontariamente dato fuoco alle proprie opere in esposizione a Casoria in segno di protesta contro i tagli alla cultura. Risale invece a poche settimane fa la scelta provocatoria, rimbalzata su tutti i quotidiani nazionali, di mettere in saldo su Ebay i ritratti dei parlamentari italiani inquisiti e ancora in carica, insieme a quelli dei ministri della cultura degli ultimi anni che, secondo il CAM, “hanno contribuito al degrado della politica culturale italiana, alla demolizione del tessuto culturale, ad aver dimezzato i fondi stanziati, all’incuria del patrimonio che l’Europa ci invidia”.

 

Insomma, mentre i grandi musei d’Europa ancora sonnecchiano, il CAM di Casoria si rimbocca le maniche e dichiara guerra alla classe politica, dando un forte scossone al mondo dell’arte e ponendosi come capofila di una nuova protesta.

L’ultima trovata della direzione è ora il concorso “Vote Art”, a cui i nostri concittadini non dovrebbero perdere l’occasione di partecipare. Si tratta di un’altra azione provocatoria, grazie alla quale il mondo dell’arte ha la possibilità di inserirsi nella campagna elettorale in corso. L’iniziativa offre a tutti i soggetti interessati, di qualsiasi età o nazione, la possibilità di partecipare alla selezione di un simbolo, di un programma, di uno spot o di uno slogan elettorale che rappresenti il “Movimento del mondo dell’arte e della cultura”. Il concorso è aperto a tutti, artisti e non, e si svolgerà via Facebook. I prodotti elettorali che supereranno la soglia dei 50 “mi piace” saranno esposti nelle sale del museo di Casoria nei giorni delle elezioni politiche, il 24 e il 25 febbraio. Il concorso “Vote Art”, spiega il direttore Antonio Manfredi, “beffeggia una classe politica che in quanto a creatività supera di gran lunga le espressioni artistiche più estreme, e contemporaneamente lancia un messaggio chiaro al mondo della cultura: l’invito ad un impegno attivo anche nel campo istituzionale”. Gli slogan e i loghi elettorali dovranno essere inviati all’indirizzo vota.arte@yahoo.com o postati sull’apposita pagina Facebook entro il 14 febbraio. Alcune creazioni sono già state pubblicate e denotano una grande creatività ed ironia, sia nella grafica che nei contenuti. Tra i vari slogan proposti: “La Repubblica s’impicci della conservazione culturale, alla produzione ci pensiamo noi”, “Vota l’arte, nutrimento per il nostro spirito”, e naturalmente non poteva mancare anche il mitico “Vota Antonio”.

Vivien Buonocore

Share This Post