In scena al Teatro Augusteo dall’8 dicembre.
“Rosso è il colore dell’amore, della passione, della superstizione, del pomodoro, del sangue, del fuoco, della rabbia, della preghiera e della resistenza. Rosso è il colore del magma che ribolle eternamente nel ventre della città come il suo meraviglioso e infinito patrimonio musicale, per quell’istinto unico di vivere e di inventarsi” spiega il regista Vincenzo Incenzo per questo spettacolo dedicato alle quattro giornate di Napoli.
La conferenza stampa si è tenuta il 5 dicembre alle 11.30 al Teatro Politeama presenziata da una meravigliosa Serena Autieri che vestirà i panni di Carmela, una panettaia che ha accantonato la sua femminilità per crescere da sola la sua bambina, riapre il suo forno e incontra il tedesco Rafael, un atipico soldato tedesco che odia la guerra, ma ama le canzoni napoletane. Una storia d’amore avvincente che ha come sfondo un momento storico davvero significativo per la nostra città: le quattro giornate di Napoli. In scena con la Autieri due pilastri del teatro napoletano, Maria del Monte e Benedetto Casillo, per un totale di dodici personaggi con un corpo di ballo con le coreografie del bravissimo Bill Goodson. La direzione Musicale è del maestro Enzo Campagnoli. Scenografia Roberto Crea. Costumi Concetta Iannelli. Uno spettacolo prodotto da Enrico Griselli per Engage.
Serena Autieri in questo spettacolo, in scena al Teatro Augusteo da venerdì 8 dicembre fino a domenica 17, raccoglierà il canto di libertà di un popolo che, armato del proprio orgoglio, insorge contro l’oppressione per salvare i suoi figli, affermando la proprio identità. “Napoli fa miracoli, trasforma farina, pummarola e caffè in luoghi dell’anima, Napoli mischia origine e destino, lacrime e salsedine, gioia e disperazione, Napoli è inno eterno alla vita e non dobbiamo mai smettere di celebrarla”. È questo è l’omaggio che il regista Vincenzo Incenzo vuole fare a Napoli. E per farlo si è ispirato sia al film di Nanni Loy “Le quattro giornate di Napoli” sia a suo fratello, uno storico, Antonio Incenzo.
Spiccano tra la compagnia, vestiti con gli abiti di scena per questa conferenza stampa, figure come i femminielli, le prostitute e le popolane.
In merito alla figura delle popolane e del film di Nanni Loy il regista Vincenzo Incenzo ha voluto evidenziare un particolare, concludendo con una frase famosa del film di Nanni Loy l’incontro con i giornalisti: “Perchè non sparano a Roma? No, a Roma c’è mio figlio, meglio che sparano quì”. Una frase che il regista ha voluto lasciare nel copione dello spettacolo, dove una popolana alla domanda del perché stessero sparando a Napoli e non a Roma, risponde meglio qui, manifestando tutto l’amore che una madre può avere per un figlio.
Giuseppe Nappa