La terminologia, il lessico non sono convenzioni da usare a caso, come se l’uso delle parole fosse irrilevante. Il senso della comunicazione arriva proprio dal linguaggio, in cui la scelta dei termini ha un valore fondamentale. Nella nostra società assistiamo ad operazioni di “ribaltamento” dei significati, come le guerre che diventano missioni di pace oppure interventi umanitari.
Il terzo settore, quello dell’aiuto ai più deboli, della cooperazione internazionale e del sostegno a distanza, non è esente dai tentativi di trasformazione arbitraria del lessico e del suo significato. Qualche settimana fa abbiamo criticato l’utilizzo da parte di molte ONG della parola adozione piuttosto che sostegno, con lo scopo di colpire le persone sul lato emotivo, facendo pensare ad un vincolo di natura familiare che non esiste per chi aiuta un bambino a distanza ad inserirsi nella propria comunità attraverso il diritto all’istruzione.
Negli annunci sui motori di ricerca e sui banner promozionali si usa la parola “adozione”, mentre poi nei propri portali si utilizza la parola sostegno.
Lo stesso meccanismo è attuato da alcune associazioni riguardo ad un’altra invenzione dei “furbetti del quartierino” che abbiamo scoperto recentemente. Dopo le parole “adozioni” e “tutori”, il nuovo termine della discordia è “contratto”.
Il sostegno a distanza è una prassi che non determina nessun vincolo, infatti, poi gli annunci con la parola contratto rimandano a semplici moduli che non rappresentano impegni contrattuali.
Si ottiene la fiducia delle persone se si agisce con trasparenza, una missione ancora più essenziale per chi opera nel campo della solidarietà. Adozione, contratto, tutore, sono tutti termini utilizzati per colpire la dimensione emotiva del pubblico, approfittando del fatto che molto spesso le persone non hanno gli strumenti per comprendere l’inganno. Per capirne di più abbiamo contattato Fabrizio Fratus, responsabile comunicazione di Reach Italia Onlus, una delle ONG più virtuose: “Non sono questioni terminologiche, ma di comunicazione, di senso. Chi opera nella solidarietà deve dare il buon esempio sulla trasparenza e sull’onestà. Le parole contratto, adozione e tutori non possono essere utilizzate per il sostegno a distanza, non è una buona prassi la ricerca dell’emotività a tutti i costi”