Il Sannazaro, quest’anno ha ricevuto il riconoscimento dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali quale Centro di Produzione Teatrale, entrando così a far parte di un novero di realtà artistiche molto ristretto a livello nazionale, non ha perso la sua vocazione iniziale, ma alla sua grande tradizione ha affiancato anche una serie di proposte alternative, dinamiche per rispondere alle esigenze che il suo nuovo corso prevede e per avvicinarsi ad un pubblico diverso e restare al passo con i tempi.
La prossima stagione, raccoglie ed incrementa il concept di quella precedente, che celebrava la città in un percorso ideale fortemente radicato sul territorio e va oltre. Una vera e propria evoluzione, un viaggio del teatro di Napoli verso l’Europa. Tante linee …un solo teatro, declinato in senso lato. Dal sostegno e la riscoperta dei grandi classici della tradizione partenopea, al teatro contemporaneo nazionale, dalla linea a volte ritornano,pensata per riproporre gli spettacoli più interessanti presenti nei cartelloni delle precedenti stagioni, alle nuove produzioni come Interiors, in dialogo con l’estero, dalla musica 2.0, alla rassegna di musica classica a cura della Associazione Scarlatti.
Ulteriore cambiamento di questa stagione è rappresentato dall’ apertura di una nuova sala, La Sartoria, un piccolo ma affascinante spazio del Teatro Sannazaro per circa cinquanta spettatori, il locale dove aveva sede la sartoria teatrale della compagnia di Luisa Conte, dove avranno luogo progetti di residenza creativa sulla drammaturgia contemporanea il Cantiere Sartoria, performance, prove aperte ed incontri con artisti.
Per la “Linea tradizione: la nostra” si comincia il 16 ottobre con “Masaniello” di Elvio Porta e Armando Pugliese per la regia di Lara Sansone; una scelta non è casuale perché questo progetto è perfettamente in linea con quanto proposto
nelle passate stagioni, basti pensare alle “Festa di Montevergine” e “Festa di Piedigrotta”di Raffaele Viviani, opere corali, prodotte con coraggio dal teatro Sannazaro, con un allestimento totale, pensato per la sala di via Chiaia, annullando i canoni teatrali e per questo riconsiderando gli spazi scenici. Dal 18 dicembre, “Cafè Chantant Sparkling edition”, spettacolo di grande successo, che sarà in sena per tutte le feste di Natale. “A che servono questi quattrini” da Armando Curcio con la regia di Giuseppe Miale di Mauro, in scena dal 18 gennaio, con Francesco Procopio e Pietro De Silva Cosa; c’è di più attuale del valore dell’apparenza? Il protagonista di questa commedia con uno stratagemma ci dimostrerà che basta far credere a tutti di essere ricchi per diventare degni di credito illimitato. “Il Denaro è un trucco, serve solo ad apparire ciò che non si è!” Trasportata ai giorni nostri.
Il grande classico “Annella di Portacapuana” da Gennaro Davino, lo spettacolo che inaugurò nel 1971 il teatro Sannazaro, sarà in scena dal 29 gennaio con Leopoldo Mastelloni protagonista per la regia di Lara Sansone. “Un ragazzo di campagna” di Peppino de Filippo diretto da Luigi De Filippo, rappresentata per la prima volta al Teatro Nuovo di Napoli nel1931 e che fu uno dei primi successi dei fratelli De Filippo, Eduardo, Peppino e Titina, è l’omaggio che il Sannazaro ha voluto tributare al grande artista scomparso e andrà in scena dal 22 febbraio.
Dal 1 marzo Benedetto Casillo propone “Don felice Sciosciammocca e l’elisir d’amore”liberamente tratto da “Les dragèe d’Hercules”, rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1904 Un’opera che può considerarsi a tutti gli effetti originale per gli spunti inediti ed i guizzi di fantasia propri dell’attore napoletano. “Un italien a Paris” è la proposta di Gennaro Cannavacciuolo in scena dal 5 aprile un recital con le canzoni di Montand, ma anche un lungo viaggio dalle colline toscane di Monsummano Terme al Metropolitan di New York, passando per Hollywood; dai bassifondi di Marsiglia, ai cabaret parigini del dopoguerra sino alla mancata candidatura all’Eliseo del 1988.
Per la “Linea contemporaneo: ricerca” si comincia il 16 novembre con “Squalificati”per la regia di Luciano Melchionna con Stefania Rocca, Andrea de Goyzueta, Fabrizio Vona.Un gioco raffinato, una partita a scacchi esclusivamente tra re, cavaliere e torre avversaria tra declinazioni di potere, strategie prive di scrupoli e il giudizio calato dall’alto, con chirurgico e amabile cinismo, da parte di chi afferma sia impossibile sporcarsi le
mani. Il tutto condito da accuse di molestie, ambiguità, rovesciamento delle dinamiche e dei ruoli, ricatti e amletiche scelte tra carriera e famiglia.
“La divina Sarah” di John Murrel “Memoir” per la regia Marco Carniti
con Anna Bonaiuto, Gianluigi Fogacci sarà in scena dal 23 novembre è un atto d’amore per una diva immortale. Una donna che con la sua arte e le sue stravaganze ha costruito il primo esempio di divismo della storia dello spettacolo al femminile. Michele Sinisi, dal 30 novembre, propone “Miseria & nobiltà”; la farsa di Scarpetta libera dalla parlata napoletana e con l’uso di diversi dialetti, gioca a rappresentare realtà e finzione, facendo leva sulle suggestioni evocate da questo testo. Dal 7 dicembre Francesco Montanari è il protagonista di “Poker”; un ristorante. Il proprietario e suo figlio, due camerieri e il cuoco. Ogni domenica sera, dopo la chiusura, questi vanno nello scantinato del locale e giocano a poker tutta la notte. La vita dei cinque è scandita da questa abitudine, le loro passioni e le loro speranze si condensano in questa notte di sfida reciproca, in cui si cerca il riscatto e la gloria.
“Ecce home”, scritto e diretto da Antonio Capuano da un racconto di Carmen Pellegrino con Marina Confalone va in scena dal 25 gennaio; Matilde Sorrentino fu uccisa a Torre Annunziata il 27.3.2004, sulla porta di casa, con 6 colpi di pistola in faccia esplosi da un 26enne. Aveva 49 anni. Il movente del delitto, si accertò, fu di vendetta per aver denunciato le violenze subite dal figlio da un gruppo di pedofili che operava nella zona, ai margini della scuola elementare frequentata dal bambino. Dal 15 febbraio “Play Duett” in cui ci sono due dei migliori interpreti del teatro napoletano, Tonino Taiuti e Lino Musella, vincitori del premio “Le maschere” 2014. Lo spettacolo vede come elemento dominante l’improvvisazione, un’apparente costruzione giocosa, che rende la pièce ricca di sfaccettature e molteplici sfumature.
Dall’8 marzo “Una tragedia reale” di Giuseppe Patroni Griffi una coproduzione Teatri Uniti Teatro Sannazaro Centro di Produzione Teatro Stabile di Napoli Teatro Nazional con la regia Francesco Saponaro con Andrea Renzi, Luciano Saltarelli e Lara Sansone. A distanza di vent’anni dalla sua stesura e dal primo allestimento affronto Una tragedia reale (1999), bizzarra e imprevedibile scrittura di Peppino Patroni Griffi. Siamo di fronte a un sagace divertissement
parodistico, arricchito da un lessico popolare e virulento, che sembra risalire dal repertorio fiabesco del Basile condito da una buona dose di politically incorrect. Dal 22 marzo Davide Enia è autore e protagonista di “L’Abisso” in cui si usano i linguaggi propri del teatro (il gesto, il canto, il cunto) per affrontare il mosaico di questo tempo presente. Quanto sta accadendo a Lampedusa non è soltanto il punto di incontro tra geografie e culture differenti. È per davvero un ponte tra periodi storici diversi, il mondo come l’abbiamo conosciuto fino a oggi e quello che potrà essere domani.
Chiude la linea contemporanea “Giacomino e mammà”, dal 12 aprile, in cui Enrico Ianniello propone, in forma di mise en espace, un nuovo fulminante esempio di drammaturgia iberica reinventata alle latitudini napoletane. Isa Danieli è la protagonista
Per “A volte ritornano” rassegna curata dal giornalista e critico teatrale Giulio Baffi giunta alla sua seconda edizione, il 14 dicembre va in scena “Magic People Show” diGiuseppe Montesano Con Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Andrea Renzi, Luciano Saltarelli.In “Magic People Show” (2007), su un ritmo vertiginoso da commedia nera Giuseppe Montesano chiamava in scena il suddito televisivo, il consumatore globale, l’uomo medio assoluto, lo schiavo della pubblicità, e poi i risanatori dell’economia nazionale, i venditori di spiagge, i venditori di aria da respirare, i venditori e i compratori di anime. Dieci anni dopo, una nuova versione di quel comico, feroce e colorito avanspettacolo pop, in un crescendo che mescola l’opera buffa e il dramma, fatto di ridicoli mostri drogati dal sogno del denaro, di prigionieri illusi di essere liberi, di gaudenti che hanno seppellito la passione e l’amore: un nuovo capitolo del tragicomico romanzo teatrale dell’Italia malata di questi ultimi anni.
Dall’11 gennaio “Shakespea Re di Napoli”, lo spettacolo che da vent’anni attraversa i palcoscenici dei teatri italiani ed esteri ritorna a Napoli al Teatro Sannazaro. Il testo di Ruggero Cappuccio è interpretato da Claudio Di Palma e Ciro Damiano.
Dal 29 marzo “Novecento” di Alessandro Baricco regia Gabriele Vacis con Eugenio Allegri.Dopo il debutto avvenuto al Festival di Asti, nel 27 giugno del 1994, sono ormai oltre 500 le repliche e più di 200 mila gli spettatori per un monologo divenuto un “cult” della scena italiana. Questi i numeri di Novecento, che prosegue la sua rotta, come il transatlantico Virginian, attraccando nei porti di piccole e grandi città, in piccoli e grandi
teatri. Dal 3 maggio va in scena “Interiors” prima produzione internazionale del teatro Sannazaro, a dieci anni dall’esperienza del Napoli Teatro Festival, nell’ambito del quale nacque proprio al Teatro Sannazaro il fortunato spettacolo, Matthew Lenton, regista britannico e direttore artistico della compagnia Vanishing Point di Glasgow, ritorna a Napoli, con il suo spettacolo in cui dirigerà attori italiani, selezionati attraverso audizioni a Napoli per volontà del Teatro Sannazaro, che ha pensato di regalare a questo intrigante progetto una nuova vita ed un nuovo allestimento.
Anche la musica trova spazio nel cartellone del Sannazaro con l’Assocaizione Scarlatti e la rassegna “Suoni della città” curata dall’associazione “Jesce Sole” che propone sei incontri tra i quali il concerto di Eugenio Bennato in omaggio a Carlo D’Angiò e quello di Maria Pia De Vito. Molto spazio sarà dato anche ai musicisti emergenti.