Le risposte alla puntuale e precisa interrogazione (question time di ieri) dell’On. Carmine Sommese (Pres. del Gruppo Misto alla Regione Campania), rivolta all’ Ass. ai Beni Culturali On. Giuseppe De Mita e all’Assessore al Demanio e Patrimonio On. Ermanno Russo, appaiono molto deludenti e confermano il disinteresse dell’ente regionale per un proprio bene di immenso valore archeologico e turistico che sta scomparendo. Tale indicazioni, pur precise nei tempi e nelle modalità, fanno sollevare alcune perplessità riguardo all’interesse anche attuale dell’ente regionale nei confronti del sito di Nola. Se è vero che il problema della falda sottostante al Villaggio Preistorico di Nola è emerso quasi subito ed è stato “tamponato” con delle pompe idrovore (istallate dalla G.O.R.I. e non dalla Regione Campania come indicato, su invito dell’Associazione Meridies e della Soprintendenza Archeologica di Napoli) e che l’area è stata ceduta alla Soprintendenza Archeologica di Napoli per la tutela, è altresì vero che il problema della falda è da tempo divenuto molto serio e non più contenibile con le pompe idrovore istallate e, seppur nei tavoli di concertazione tale problema non fosse stato in passato evidenziato, è da giugno dello scorso anno che le capanne sono immerse totalmente nell’acqua e che il sito è chiuso al pubblico.
Dopo più di un anno, vedere ancora riproporre un finanziamento “ridicolo” (€ 100.000,00) per realizzare la “promozione e valorizzazione del Parco Archeologico dell’Età del Bronzo in località Corce del Papa a Nola”, ovvero la promozione e valorizzazione di un sito chiuso al pubblico, è a dir poco paradossale e direi anche offensivo all’intelligenza delle persone e, in particolare, dei volontari di Meridies che, in tutti questi anni, hanno investito lavoro, tempo e denaro proprio per rendere il sito fruibile, in collaoborazione con la soprintendenza, e per sopperire all’assenza delle istituzioni politiche. Inoltre, veder finanziato per € 1.250.000,00 il Parco Archeologico di San Paolo Bel Sito (somma che potrebbe anche essere sufficiente a salvare le capanne di Nola), che è un parco con una ricostruzione di una delle capanne di Nola, mentre quelle originali stanno scomparendo nell’acqua, è davvero il massimo dell’incongruenza e della miopia. E’ giustissimo finanziare il parco di San Paolo Bel Sito, ma sarebbe ancora più giusto e ovvio finanziare prima e adeguatamente il Villaggio Preistorico di Nola dove ci sono le capanne originali, uniche al mondo, che si stanno perdendo per sempre. Spero tanto che la Regione Campania si renda conto di quello che sta facendo e non aggiunga al danno anche la beffa.
Angelo Amato de Serpis
(già Presidente MERIDIES)
FOTO: VILLAGGIO PREISTORICO DI NOLA ALLAGATO (Archivio Meridies)
IL VILLAGGIO PREISTORICO DI NOLA (la Pompei della Preistoria)- da www.areanolana.it
Il Villaggio Preistorico di Nola, la cosiddetta Pompei della Preistoria, è uno straordinario sito archeologico dell’Età del Bronzo Antico, seppellito dall’eruzione del Vesuvio detta delle Pomici di Avellino (1860-1680 a.C.). L’eccezionalità, unica al mondo, del ritrovamento di Nola è dovuta al fatto che le capanne, sepolte dall’eruzione vulcanica, si sono conservate attraverso il loro calco nel fango e nella cenere che le ha inglobate, sigillando anche tutte le suppellettili che si trovavano nelle stesse al momento del disastroso evento. Per la prima volta è stato così possibile comprendere la forma che avevano queste costruzioni, l’orditura dei tetti e la carpenteria e quale organizzazione avessero dato gli abitanti agli spazi delle abitazioni, nello svolgimento delle attività di ogni giorno. E’ una straordinaria fotografia di una laboriosa comunità preistorica cancellata dalla forza distruttrice del Vesuvio.