C’è una chiara volontà di ritorno all’antico. La ventata di cambiamento, che ha entusiasmato gli italiani per pochi anni, si sta affievolendo ed i vecchi dinosauri della politica stanno riemergendo, senza nemmeno preoccuparsi di migliorare la loro logora immagine.
I poli, definiti da raggruppamenti di partiti con concordi scelte programmatiche, sono oggi meccanismi artificiosi per il furto di voti, che sono manipolati per finalità d’arricchimento e di potere.
Casoria da sempre laboratorio di eventi, che pietosamente sono chiamati politici, viene sempre più spinta nel tunnel dell’immoralità.
Con l’arrivo dei Commissari Prefettizi il giradischi si è fermato. Il vecchio grammofono non suona più e si sono chiuse le danze per l’allargamento della maggioranza. La minoranza, invece, divisa ed attonita, non potrà essere più blandita con promesse ed incarichi prestigiosi. Non cambia invece il pensiero di Ciccio Polizio sul Consiglio di Amministrazione di Casoria Ambiente.
La logica conseguenza di quest’amministrazione è stato il fallimento totale perché ha voluto sfuggire ai veri problemi e senza nemmeno mascherare la sua insufficienza con le piccole realizzazioni che colpiscono la fantasia popolare.
Occorreva per evitare il marchio dell’infamia dello scioglimento per tradimento avere il coraggio di tornare agli elettori. Qualche mese dopo il febbraio del 2014, il Sindaco e l’ex Senatore avrebbero dovuto confessare con umiltà l’ennesimo errore. Quest’amministrazione era un aborto. Casoria non poteva sopportare un Sindaco che i suoi stessi sostenitori (Casillo in testa e poi tutti i suoi) hanno definito incerto e lento nelle scelte di contenuto.
Non era logico lasciare alla massima responsabilità che ha dimostrato, ampiamente, la sua totale insufficienza alla soluzione dei problemi. I cosiddetti rilanci mascheravano esautorazioni di fatto. Non servono “Sindaci Ombra”. Adesso la gestione della cosa pubblica tocca alla Commissione Prefettizia mentre alle Forze dell’Ordine tocca scoprire se si è voluto favorire gli appalti privati.